Gesti e parole che fanno male
Prepotenze, botte, dispetti, maltrattamento fisico ma anche psicologico, esclusioni, prese in giro, appellativi canzonatori e risatine di gruppo, maldicenze e falsità diffuse tra i coetanei. Le prese in giro ci sono sempre state, i prepotenti anche. Così come ci sono sempre stati quei compagni e quelle compagne “facili da prendere di mira”, perché più empatici, più comprensivi, non violenti e non vendicativi, forse più timidi e magari meno sicuri di loro stessi, per cui meno inclini alla reazione e alla risposta “per le rime”. Accanto a questi, ci sono sempre stati anche quelli che non facevano e non fanno nulla, che stanno a guardare o magari ridono con i prepotenti, deridono con le più aggressive. Quelli che insomma, non facendo nulla o quasi, danno man forte ai bulli e rinforzano il disagio e la sofferenza della vittima. Ma il fatto che queste situazioni ci siano sempre state non le rende meno importanti e gravi. Anzi, è il preciso contrario. Un genitore, un educatore, un insegnante, un adulto deve lavorare costantemente per far capire ai ragazzini il valore del sapersi mettere nei panni dell’altro, l’impatto che certi comportamenti e soprattutto certe parole hanno su chi li riceve, cosa vuol dire sentirsi soli in mezzo a tutti, percepirsi fragili e deboli solamente perché meno aggressivi, quanta sofferenza, smarrimento, senso di inadeguatezza, paura e confusione posso provocare certi atteggiamenti. Anche il bullo ha del buono dentro di sé, aiutiamolo a tirarlo fuori. E soprattutto impegniamoci perché chi subisce situazioni di questo tipo cominci a rivalutare se stesso, a cogliere della propria persona pregi e potenzialità, a credere in se stesso e nel proprio valore.
Gesti e parole fanno male nella vita reale, lo fanno ancor di più se agiti o riproposti nella vita online: un insulto in una chat di classe, un video o una fotografia condivisi. Tutto ciò che viaggia sulla rete si amplifica per visibilità, accessibilità, gravità, impatto emotivo e sociale. Oltre che per responsabilità. Insegniamolo ai nostri figli e ai nostri ragazzi. Soprattutto in queste settimane di lockdown: le tante inevitabili ore su pc e cellulari non diventino l’occasione per perpetrare sulla rete quanto già avrebbe ferito dal vivo.
E non stanchiamoci di provare a far capire loro che
“la forza del più forte è rinchiusa in un sorriso”
(Marco Sentieri, Billy Blu, 2019)