Diamo spazio alle emozioni
“E’ il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha reso la tua rosa così importante”
(Piccolo Principe, Antoine de Saint-Exupery, 1943)
Emozioni e sentimenti sono ciò che dà significato, sapore e intensità alle realtà che viviamo. Non possiamo decidere se provare un’emozione o se, al contrario, preferiamo evitare che essa faccia la sua comparsa. Le emozioni sono inevitabili. E sono ciò che determina il reale valore di un’esperienza e una relazione.
Quando sono positive, piacevoli e inebrianti, quando scaturiscono da avvenimenti positivi, a volte inaspettati, altre volte tanto attesi, che ci permettono di stare bene e raggiungere o avvicinarci ai nostri obiettivi, vorremmo che non finissero. Ma quando sono negative, tristi, spiacevoli, complicate e ingarbugliate, vorremmo liberarcene (così come vorremmo che la realtà tornasse piacevole il più in fretta possibile). Molto spesso, poi, la reazione è di far finta che non ci siano, come se potesse bastare il “non sentirle” per fare in modo che non ci facciano male. Invece ci sono, si fanno sentire, a volte in maniera prepotente, tanto più sono profonde, articolate, complesse . Possono esprimersi in tanti modi diversi, in base a qual è la sensibilità di ognuno di noi: attraverso manifestazioni psicosomatiche, attraverso cambiamenti a livello comportamentale (spesso con conseguenze anche nei rapporti interpersonali) e attraverso disagio emotivo di diversa intensità. Le emozioni ci sono e spesso spingono prepotentemente dentro di noi, fino a “farci esplodere” (per utilizzare un’espressione molto diffusa tra i preadolescenti).
E allora cosa fare?
Accettarle, riconoscerle, innanzitutto con noi stessi. Ma anche riconoscere che in qualche modo esse hanno la necessità di essere sfogate, di trovare una via per essere viste, identificate. Dobbiamo dare loro un nome, e così facendo sarà meno complesso gestirle, perché solo conoscendole e riconoscendole possiamo fare in modo che ci spaventino meno e siano meno dolorose.
Non si tratta sempre di un’operazione semplice. Può esserci d’aiuto qualcuno che ci accompagni in questo delicato e prezioso percorso. Qualcuno che ci aiuti a tirar fuori ciò che abbiamo dentro e che provoca la nostra sofferenza, ci aiuti ad affrontarlo, rielaborarlo per poi riappropriarcene una volta “bonificato”, alleggerito, comprensibile e gestibile.
“Ho fatto un patto, sai, con le mie emozioni: le lascio vivere e loro non mi fanno fuori”
(Vasco Rossi)